Il mondo no profit

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Il mondo no profit

Marzo 26, 2018 Uncategorized 0

a cura di
Membri iscritti alla commissione “Ingegneria no profit” al 15 febbraio 2014

commissione
L’Ingegnere per il no profit

visto da:
Ing. P. Andrizzi
Ing. G. Boschi

Il mondo no-profit è un grande, crescente ed importantissimo complesso di istituzioni, che condividono sia
obiettivi socialmente rilevanti e di pubblica utilità, che un approccio “senza scopi di lucro”: tutte le risorse
disponibili sono, quindi, impiegate per raggiungere gli scopi e non per generare dei profitti.
Dato che, in molti casi, il mondo no-profit integra il settore dei servizi sociali ed assistenziali, o addirittura ne
riempie dei vuoti, un suo sinonimo largamente utilizzato è “terzo settore” in quanto costituisce una terza via
economica, che si aggiunge allo stato ed al mercato: i soggetti no-profit sono, difatti, organizzazioni private
che però si concentrano sulla produzione di beni o sull’erogazione di servizi rivolti alla collettività.
Il Terzo Settore comprende, quindi, organizzazioni diverse che, comunque, sono tutte rivolte all’erogazione
di servizi od alla produzione di beni ed a cui la professionalità degli Ingegneri, nelle sue varie
specializzazioni, può dare un importante contributo: essendo poi il Terzo Settore un mondo in continua
crescita, può senz’altro costituire per gli Ingegneri, a sua volta, una importante opportunità di lavoro.
Il mondo del no-profit è oggi in Italia, difatti, una realtà di straordinaria importanza, che conta un volume di
denaro superiore a 67 Miliardi di Euro, pari ad oltre il 4% del PIL.
Secondo i primi risultati del 9° Censimento dell’Industria e dei Servizi e Censimento delle Istituzioni Non
Profit pubblicati dall’ISTAT nel luglio 2013, le istituzioni non profit attive in Italia sono ben 301.191, con una
crescita pari al 28 per cento rispetto al decennio precedente, e rappresentano il 6,4 per cento delle unità
giuridico- economiche attive in Italia.
Gli imponenti numeri delle risorse umane impiegate raggiungono quasi i 5 milioni di volontari ed il milione di
lavoratori retribuiti a vario titolo, inclusi 681 mila dipendenti, 271 mila lavoratori esterni (lavoratori con
contratto di collaborazione) e più di 5 mila lavoratori temporanei.
Da un punto di vista puramente numerico, circa ¼ della forza lavoro totale occupata opera quindi nel mondo
no-profit. Tutti i valori relativi al mondo no-profit sono in crescita, come sintetizzato in Figura 1, sempre di
fonte ISTAT.

Il quadro di riferimento normativo del mondo no-profit è piuttosto articolato in quanto comprende sia tipologie
organizzative, regolate nel Codice Civile, che tipologie giuridiche, regolate per legge e che dal punto di vista
organizzativo fanno comunque riferimento alle precedenti: alcune tipologie possono, a loro volta, ottenere
“qualifiche”, sempre regolate per legge, sia civilistiche, come l’Impresa Sociale, che fiscali, come le ONLUS.
Le principali tipologie organizzative sono le Associazioni, i Comitati, e le Fondazioni.
Le principali tipologie giuridiche sono le Associazioni di Promozione Sociale, le Cooperative Sociali, le
Organizzazioni di Volontariato, le Organizzazioni Non Governative, e le Società di Mutuo Soccorso, a cui si
possono, infine, aggiungere le Associazioni Sportive Dilettantistiche e gli Enti Ecclesiastici.
La qualifica civilistica di Impresa Sociale corrisponde a tutte quelle imprese private, incluse le cooperative,
che operano in modo competitivo sul mercato, avendo però come oggetto la produzione e lo scambio di beni
e servizi di utilità sociale e di interesse generale.
L’ottenimento della qualifica di ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale), garantisce alle
istituzioni no-profit vantaggi fiscali (es. possibilità di utilizzare aliquote IVA ridotte). Esistono sia le “ONLUS di
diritto”, quali le Organizzazioni di Volontariato, le Organizzazioni Non Governative, le Cooperative Sociali ed
i loro Consorzi, che le “ONLUS per scelta”, quali tutte quelle Associazioni, quei Comitati, quelle Società
Cooperative ed altri Enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica ma comunque senza fini di
lucro, che, avendo le caratteristiche previste nella legge, si iscrivano all’apposita Anagrafe, ed anche le
“ONLUS parziali”, quali gli Enti Ecclesiastici e le Associazioni di Promozione Sociale. Non possono diventare
ONLUS gli enti pubblici, le società commerciali diverse da quelle cooperative, le fondazioni bancarie, i partiti
e i movimenti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni di datori di lavoro, le associazioni di
categoria e gli enti non residenti in Italia.
Tutte le ONLUS devono comunque svolgere almeno una delle seguenti attività: assistenza sociale e socio
sanitaria, assistenza sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport dilettantistico, tutela, promozione e
valorizzazione delle cose di interesse artistico e storico, tutela e valorizzazione dell’ambiente, promozione
della cultura e dell’arte, tutela dei diritti civili, ricerca scientifica di particolare interesse sociale.
Per il mondo no-profit la ricerca e l’ottenimento di finanziamenti o “fund raising” è di importanza vitale: i
possibili finanziatori possono essere sia pubblici, che privati, e questi ultimi, a loro volta, possono includere
sia le imprese, le fondazioni, le banche e le associazioni che i privati cittadini.
I finanziamenti pubblici provengono in gran parte dalla Commissione Europea e sono soprattutto gestiti dalle
Regioni: anche nei casi migliori, tuttavia, si tratta di “contributi” o “cofinanziamenti”, per cui il mondo no-profit
si deve comunque necessariamente rivolgere anche a finanziatori privati.

Tutti i finanziatori del mondo no-profit, siano essi pubblici o privati, organizzazioni o singole persone, fanno
comunque delle scelte rispetto alle istituzioni da finanziare, che possono essere anche esclusive, per cui è
indispensabile indirizzare il mondo dei possibili finanziatori con specifiche azioni di Marketing: le tecniche
commerciali, tuttavia, salvo la loro specializzazione, sono le stesse del Mondo Profit.
In generale, le Tecniche Gestionali, dal Marketing al Business Development, dal Project Management alla
Pianificazione ed al Controllo di Gestione, sono, nel mondo no-profit, le stesse del mondo profit.
Vista poi la crescente importanza, anche in controtendenza rispetto al mondo profit, del mondo no-profit, le
tecniche gestionali andrebbero qui introdotte ed applicate sempre più estensivamente, mettendo così a
disposizione dei due mondi la reciproca utilità di scambiare delle opportunità di lavoro con una maggiore
efficienza delle organizzazioni.
Già nel milletrecento, peraltro, la Scuola Francescana diffondeva questo pensiero: “L’elemosina aiuta a
sopravvivere, ma non a vivere; perché vivere è produrre, e l’elemosina non aiuta a produrre”.

 

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